mercoledì 5 marzo 2014

“O TI ADEGUI ALLE RICHIESTE DELLE MASSE, O TI SPEGNIAMO”.... GJTirelli


“O TI ADEGUI ALLE RICHIESTE DELLE MASSE, O TI SPEGNIAMO”

E’ da almeno mezzo secolo che ascolto attonito il ritornello infingardo di industriali e imprenditori: “noi creiamo posti di lavoro”, come fossero benefattori a tempo pieno, folgorati sulla via di Damasco. Ma quale cazzo di “posti di lavoro”, se abbiamo la disoccupazione al 13%, e oltre il 41% fra i giovani? Un dato, destinato a crescere, inarrestabile, e che nessuna strategia e riforma economica potrà mai invertire.
La verità, è che i “posti di lavoro”, li creiamo noi cittadini, consumando i loro prodotti, per la grande parte, inutili, effimeri, e dannosi per le nostre tasche, per la salute, e per l’integrità dell’ambiente. Se noi ci asteniamo dal consumare tutta questa montagna di monnezza industriale che troviamo esposta in bella mostra sui bancali dei super e iper/mercati, i cari imprenditori e industriali, chiudono bottega, vanno a spasso – ritornano ad essere quei truzzi, zotici e ignoranti che erano all’origine, prima che il neo liberismo rampante mostrasse la sua indole opportunistica e necrofila.

Aiutare le piccole e medie imprese, e l’industria più in generale, immaginando così di sboccare lo stallo economico, è una mera illusione. La gente, stanca ed esausta, dopo decenni di martellamento mediatico e conseguente lavaggio del cervello, ha preso coscienza (anche se fuori tempo massimo) della realtà – della vacuità di un consumismo becero, effimero, e destabilizzante, causa di una condizione
economica precaria, priva di contenuti, stimoli gratificanti, e dignità.
Il Sistema è al capolinea, colpito al cuore dal risparmio dei cittadini, che oggi, allo spreco e al consumo voluttuario stanno sostituendo i beni essenziali, primari e duraturi. Anche l’etica sembra avere un suo revival e questo fa bene sperare per le generazioni a venire – meglio dunque distribuire i soldi direttamente alla cittadinanza e lasciare che le fabbriche chiudano, le banche falliscano, e il Sistema finanziario imploda.  I “Media” possono raccontare tutte le palle che vogliono, ma se il cittadino non ha soldi, la merce rimane invenduta, stipata nei magazzini, e se la possono infilare nel culo.
La multinazionale della “Coca cola”, prospera e detta legge perché centinaia di milioni di individui nel mondo, ne acquistano il bene. Basterebbe per un solo mese che tutti decidano di disertarne il consumo, che la “Coca cola” farebbe bancarotta. E questo vale per tutto! Ergo, siamo sempre noi, comuni cittadini, a decidere la vita e la morte di questa marmaglia di filibustieri dagli stomaci senza fondo. Siamo indirettamente noi a creare posti di lavoro, a determinare la crescita, la ripresa, il livello del Pil, lo sviluppo!
Se fossimo uniti e compatti, allo stesso modo di chi opprime e ci spreme come limoni, saremmo in grado attraverso la Rete e il passa parola, di dettare le regole e le condizioni al Sistema: “O ti adegui alle richieste delle masse, o ti spegniamo”.  
Questa è la nuova e moderna rivoluzione; usare l’arma della Rete con la quale il Sistema credeva di renderci definitivamente inoffensivi e sudditi omologati, affondandola come un pugnale nel cuore del Sistema stesso.
Il pianeta si può salvare, e i nostri figli sperare in un futuro, a patto che il
Capital/libersimo imploda al più presto.
Non ci resta più molto tempo, e se oggi non aiutiamo il Sistema Bestia a morire, in una sorta di benevola e cristiana eutanasia, ma passivamente prolunghiamo la sua agonia (e quindi la nostra) fino al suo naturale e ineluttabile spegnimento, avremo perso un’ulteriore e ultima occasione di pacificare le nostre coscienze e dare un senso alla nostra esistenza.
Certo, è una medicina molto amara, dagli effetti collaterali drammatici, ma è la sola di cui disponiamo. Il Sistema va resettato totalmente e solo dalle sue ceneri, potrà sorgere una nuova alba.
Dobbiamo recidere ogni canale di alimentazione che concorra al suo mantenimento e a rafforzarne il suo potere.
Combatterlo, è uno sforzo improduttivo, e un inutile spreco di energie. Energia che dobbiamo conservare per ricostruire una nuova esistenza, lontana da ogni subdola lusinga, illusoria comodità ed effimera dipendenza.


GJTirelli

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