“O TI ADEGUI ALLE RICHIESTE DELLE MASSE, O TI
SPEGNIAMO”
E’ da almeno mezzo secolo che ascolto
attonito il ritornello infingardo di industriali e imprenditori: “noi creiamo
posti di lavoro”, come fossero benefattori a tempo pieno, folgorati sulla via
di Damasco. Ma quale cazzo di “posti di lavoro”, se abbiamo la disoccupazione
al 13%, e oltre il 41% fra i giovani? Un dato, destinato a crescere,
inarrestabile, e che nessuna strategia e riforma economica potrà mai invertire.
La verità, è che i “posti di lavoro”, li
creiamo noi cittadini, consumando i loro prodotti, per la grande parte,
inutili, effimeri, e dannosi per le nostre tasche, per la salute, e per
l’integrità dell’ambiente. Se noi ci asteniamo dal consumare tutta questa
montagna di monnezza industriale che troviamo esposta in bella mostra sui
bancali dei super e iper/mercati, i cari imprenditori e industriali, chiudono
bottega, vanno a spasso – ritornano ad essere quei truzzi, zotici e ignoranti
che erano all’origine, prima che il neo liberismo rampante mostrasse la sua
indole opportunistica e necrofila.
Aiutare le piccole e medie imprese, e
l’industria più in generale, immaginando così di sboccare lo stallo economico,
è una mera illusione. La gente, stanca ed esausta, dopo decenni di
martellamento mediatico e conseguente lavaggio del cervello, ha preso coscienza
(anche se fuori tempo massimo) della realtà – della vacuità di un consumismo
becero, effimero, e destabilizzante, causa di una condizione
economica
precaria, priva di contenuti, stimoli gratificanti, e dignità.
Il Sistema è al capolinea, colpito al cuore
dal risparmio dei cittadini, che oggi, allo spreco e al consumo voluttuario
stanno sostituendo i beni essenziali, primari e duraturi. Anche l’etica sembra
avere un suo revival e questo fa bene sperare per le generazioni a venire –
meglio dunque distribuire i soldi direttamente alla cittadinanza e lasciare che
le fabbriche chiudano, le banche falliscano, e il Sistema finanziario
imploda. I “Media” possono
raccontare tutte le palle che vogliono, ma se il cittadino non ha soldi, la
merce rimane invenduta, stipata nei magazzini, e se la possono infilare nel
culo.
La multinazionale della “Coca cola”, prospera
e detta legge perché centinaia di milioni di individui nel mondo, ne acquistano
il bene. Basterebbe per un solo mese che tutti decidano di disertarne il
consumo, che la “Coca cola” farebbe bancarotta. E questo vale per tutto! Ergo,
siamo sempre noi, comuni cittadini, a decidere la vita e la morte di questa
marmaglia di filibustieri dagli stomaci senza fondo. Siamo indirettamente noi a
creare posti di lavoro, a determinare la crescita, la ripresa, il livello del
Pil, lo sviluppo!
Se fossimo uniti e compatti, allo stesso modo
di chi opprime e ci spreme come limoni, saremmo in grado attraverso la Rete e
il passa parola, di dettare le regole e le condizioni al Sistema: “O ti adegui
alle richieste delle masse, o ti spegniamo”.
Questa è la nuova e moderna rivoluzione;
usare l’arma della Rete con la quale il Sistema credeva di renderci
definitivamente inoffensivi e sudditi omologati, affondandola come un pugnale
nel cuore del Sistema stesso.
Il pianeta si può salvare, e i nostri figli
sperare in un futuro, a patto che il
Capital/libersimo imploda al più presto.
Non ci resta più molto tempo, e se oggi non
aiutiamo il Sistema Bestia a morire, in una sorta di benevola e cristiana
eutanasia, ma passivamente prolunghiamo la sua agonia (e quindi la nostra) fino
al suo naturale e ineluttabile spegnimento, avremo perso un’ulteriore e ultima
occasione di pacificare le nostre coscienze e dare un senso alla nostra
esistenza.
Certo, è una medicina molto amara, dagli
effetti collaterali drammatici, ma è la sola di cui disponiamo. Il Sistema va
resettato totalmente e solo dalle sue ceneri, potrà sorgere una nuova alba.
Dobbiamo recidere ogni canale di
alimentazione che concorra al suo mantenimento e a rafforzarne il suo potere.
Combatterlo, è uno sforzo improduttivo, e un
inutile spreco di energie. Energia che dobbiamo conservare per ricostruire una
nuova esistenza, lontana da ogni subdola lusinga, illusoria comodità ed
effimera dipendenza.
GJTirelli
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